
Paura, ansia, angoscia: come distinguerle
21.05.2014 16:46
Non è sempre facile definire il malessere che a volte ci pervade. Paura? Ansia? Angoscia? Spesso si tratta della stessa emozione, che però si presenta con diversi gradi d’intensità a seconda delle situazioni. Cerchiamo di capirci qualcosa.
Paura, angoscia e ansia: ecco le definizioni
La paura è un’emozione forte e intensa che sentiamo in presenza di un pericolo più o meno immediato. Se il pericolo è reale, la paura invece è soggettiva e personale, poiché l’immaginazione gioca un ruolo importante nella percezione di quel pericolo. L’angoscia e l’ansia, invece, sono sentimenti più vaghi.
L’ansia è una vaga sensazione di malessere, che si traduce in uno stato d’apprensione, di sconforto più o meno intenso, di nervoso: un nodo alla gola o allo stomaco, difficoltà a respirare, palpitazioni, sudorazione eccessiva.
L’angoscia è un’emozione precisa e sopraggiunge sotto forma di crisi, mentre l’ansia è di natura più cronica.
La paura, una valvola di sicurezza
Può essere più o meno paralizzante, ma la paura è sempre preziosa perché mette in moto dei meccanismi di difesa in caso di pericolo. E’ indispensabile per la nostra sopravvivenza. La paura è spesso accompagnata da reazioni fisiche: per esempio, la produzione improvvisa e abbondante di adrenalina, che permette di fuggire o di difendersi efficacemente.
In altre situazioni, invece, la paura può anche causare una paralisi totale, che impedirà qualsiasi tipo d’azione che potrebbe peggiorare la situazione. Ma solo quando il pericolo scompare, ci si rende conto del sentimento di paura che ci aveva invasi: calata la tensione, a volte si comincia a tremare, a sudare freddo e ci si sente storditi.
In altre situazioni, invece, la paura può anche causare una paralisi totale, che impedirà qualsiasi tipo d’azione che potrebbe peggiorare la situazione. Ma solo quando il pericolo scompare, ci si rende conto del sentimento di paura che ci aveva invasi: calata la tensione, a volte si comincia a tremare, a sudare freddo e ci si sente storditi.
Quando l’ansia diventa una malattia
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Anche l’ansia è una sensazione normale, presente in tutti gli esseri umani. Ma può succedere che si manifesti in modo incontrollato o eccessivo: puòsopraggiungere senza motivo apparente o suscitare una risposta sproporzionata se comparata all’evento scatenante. Si tratta allora di una vera patologia, le cui cause sono spesso difficili da identificare. Aldilà di una predisposizione naturale al nervosismo, sembra che ci siano dei fattori che giocano un ruolo importante. A volte la causa dell’ansia cronica risale alla più tenera infanzia: dei genitori iperansiosi rischiano, infatti, di trasmettere le loro angosce ai loro figli. Al contrario, genitoritroppo protettivi, troppo esigenti, possono generare una mancanza di fiducia e, addirittura, creare fenomeni d’apprensione generalizzata e affliggere la quotidianità.
Dall’ansia alle crisi d’angoscia
La differenza tra l’angoscia e l’ansia è sottile. La medicina considera l’angoscia come una forma esasperata di ansia. Generalmente, le crisi d’angoscia sono accompagnate da manifestazioni fisiche e, addirittura, neurologiche, che possono andare fino alla tetania (contrazione forzata e involontaria dei muscoli). In questo caso, diventano estremamente invalidanti per chi ne soffre.
Come uscirne?
Che sia o meno patologica, l’ansia non è facile da curare. Essendo spesso accompagnata da forti tensioni fisiche, in un primo momento è possibile ricorrere a medicine dolci (come l’agopuntura o la fitoterapia) in modo da rilassarsi. Potrebbero anche essere prescritti dei farmaci, che agiranno direttamente su sistema nervoso, calmando la sensazione d’angoscia. Ma se alleviano i sintomi, i farmaci non agiscono però sui meccanismi dell’ansia. Ecco perché i trattamenti farmacologici sono spesso associati ad una terapia. Per esempio, una terapia comportamentale permette di trovare l’origine dell’ansia e, quindi, d’imparare a gestire il sentimento di sconforto.
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